I DIRITTI DEI BAMBINI E I DOVERI DEGLI ADULTI NEL CALCIO DI BASE
“In tutti gli atti relativi ai bambini, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l’interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente” (Capo 3 Uguaglianza, art. 24 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, Nizza 7/12/2000)
Il Comunicato Ufficiale n° 1 del Settore Giovanile e Scolastico della F.I.G.C. sancisce che “L’attività calcistica giovanile viene regolata tenendo presente in maniera prioritaria quanto riportato dalla Carta dei diritti dei bambini (New York – Convenzione sui Diritti del Fanciullo del 20/11/1989) e dalla Carta dei diritti dei ragazzi allo Sport (Ginevra 1992 - Commissione Tempo Libero O.N.U.)”.
L’approccio educativo del mondo del calcio è troppo spesso uno specchio attraverso cui si riflettono comportamenti ed atteggiamenti degli adulti: competitività esasperata, esclusione dei più deboli e dei meno dotati, esasperazione delle componenti fisiche ed agonistiche.
La Carta dei diritti dei ragazzi allo Sport evidenzia, tra i suoi principi, quanto sia importante assumere il punto di vista dei bambini, contrapponendo divertimento e partecipazione a prestazione e ansia di vittoria, e sviluppando, nel contempo, capacità di confronto e cooperazione in vista della realizzazione di un progetto comune.
In tale contesto il gioco viene considerato uno strumento per realizzare finalità educative, ma anche un diritto, perché pratica naturale e spontanea di tutti i bambini che richiama gli adulti al rispetto di alcuni doveri, come quello di favorire il processo di crescita e di maturazione del bambino.
Seguire i dettami previsti dalla Carta dei diritti dei ragazzi allo Sport, significa assicurare ad ogni bambino e bambina:
J IL DIRITTO DI DIVERTIRSI E GIOCARE
J IL DIRITTO DI FARE SPORT
J IL DIRITTO DI BENEFICIARE DI UN AMBIENTE SANO
J IL DIRITTO DI ESSERE CIRCONDATO ED ALLENATO DA PERSONE COMPETENTI
J IL DIRITTO Dl SEGUIRE ALLENAMENTI ADEGUATI AI PROPRI RITMI
J IL DIRITTO DI MISURARSI CON GIOVANI CHE ABBIANO LE PROPRIE STESSE POSSIBILITÀ DI SUCCESSO
J IL DIRITTO DI PARTECIPARE A COMPETIZIONI ADEGUATE ALLA PROPRIA ETÀ
J IL DIRITTO DI PRATICARE SPORT IN ASSOLUTA SICUREZZA
J IL DIRITTO DI AVERE I GIUSTI TEMPI DI RIPOSO
J IL DIRITTO DI NON ESSERE UN CAMPIONE
A questi diritti corrispondono altrettanti doveri da parte degli adulti.
La seguente “Carta dei diritti e dei doveri” si ispira ai principi di:
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eguaglianza, imparzialità, continuità, partecipazione, diritto d’informazione, efficienza ed efficacia
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A chi è rivolta:
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genitori, dirigenti sportivi e scolastici, insegnanti, educatori sportivi, giovani calciatori
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Con quali finalità:
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vuole essere un utile strumento per conoscere meglio il mondo calcistico giovanile affinché gli adulti (genitori, tecnici e dirigenti), comprendano il delicato ruolo educativo che occupano e si assumano le relative responsabilità, per favorire la formazione di buoni sportivi, ma soprattutto di ottimi cittadini.
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1. Diritto di divertirsi e giocare
2. Diritto di fare sport
L’attività deve essere svolta in un clima psicologico sereno, sia negli allenamenti che in gara; nei gruppi squadra dovrà essere previsto un turn-over che permetta a tutti gli iscritti ad una scuola di calcio, indipendentemente dalle loro abilità tecniche, di partecipare agli incontri ed alle partite. I tecnici hanno il dovere di rispettare e far rispettare tale norma.
3. Diritto di beneficiare di un ambiente sano
4. Diritto di praticare sport in assoluta sicurezza a salvaguardia della propria salute
Il benessere psicofisico deve essere garantito da un’attività sportiva svolta in strutture salubri e sottoponendo gli allievi alla visita di idoneità medico-sportiva.
Devono essere utilizzate metodologie di allenamento idonee al soggetto, tali da non creare scompensi agli apparati in accrescimento, bensì benefici adattamenti.
Deve essere evitato l’uso di inopportuni ed inutili integratori alimentari, mentre saranno favoriti una corretta alimentazione ed un comportamento etico che, in caso di infortunio o malattia, rispetti i giusti tempi di guarigione e recupero, evitando, se non indispensabile, l’uso - ed in alcuni casi l’abuso - di farmaci, ovviamente sempre in collaborazione con i medici competenti.
5. Diritto di essere circondato ed preparato da personale qualificato
6. Diritto di seguire allenamenti adeguati ai propri ritmi
7. Diritto di avere i giusti tempi di riposo
Le scuole di calcio hanno il dovere di garantire la presenza nei ruoli tecnici e dirigenziali, di persone adeguatamente preparate sia dal punto di vista tecnico che psicopedagogico, al fine di garantire un corretto sviluppo educativo, formativo e sportivo dei propri allievi.
8. Diritto di partecipare a competizioni adeguate alle varie età, seguendo allenamenti che corrispondono a giusti ritmi d’apprendimento
9. Diritto di misurarsi con giovani che abbiano le proprie stesse probabilità di successo
Ogni bambino, bambina, ragazzo o ragazza, deve poter essere messo in condizione di esprimere le proprie potenzialità psichiche, cognitive, emotivo-affettive, relazionali, motorie e tecniche, attraverso progressioni didattiche che corrispondano alle caratteristiche dell’età in oggetto, da sviluppare nell’ambito di un adeguato clima motivazionale.
Il numero dei giocatori, le misure del campo, delle porte e dei palloni, la durata delle partite e degli allenamenti, devono essere in sintonia con le norme dettate dal Comunicato Ufficiale n°1 del Settore Giovanile della F.I.G.C. per la stagione sportiva in corso, che hanno preso corpo attraverso sperimentazioni, esperienze ed adattamenti.
Rispettare modelli di gara adeguati ad ogni fascia d’età significa tutelare il naturale processo evolutivo dei giovani. Ogni anticipo o carico eccessivo, come pressione psicologica e tensione degli eventi, può comportare squilibrio non solo alla formazione tecnica, ma anche perdita di motivazione ed entusiasmo con relativo rischio per la prosecuzione dell’attività.
10.Diritto di non essere un campione
I bambini che si sperimentano in un nuovo contesto di apprendimento sono tutti campioni, perché stanno provando a fare qualcosa che conoscono solamente nella loro rappresentazione: stanno imparando a giocare a calcio.
Ai giovani calciatori ed alle giovani calciatrici un invito a:
J Rispettare i propri compagni e gli avversari
J Rispettare le decisioni arbitrali
J Essere leali comunque vada la gara
J Rispettare la propria salute
J Ascoltare e seguire i consigli del proprio allenatore
J Lottare per e mai contro
J Confrontarsi con i propri genitori ed i propri allenatori sulle esigenze ed i bisogni personali e sulle attività svolte
J Continuare a divertirsi come quando si gioca sotto casa, al parco o sulla spiaggia
Ai genitori un invito a:
J Considerare il proprio figlio come una persona da educare e non un campione da allenare
J Anteporre sempre il benessere fisico e psicologico del giovane al proprio desiderio di vederlo vincere
J Avere fiducia nell’operato degli educatori sportivi, lavorando in sinergia con loro
J Essere un tifoso rispettoso, incoraggiando in modo leale non solo la propria squadra, ma anche quella avversaria
Ai dirigenti un invito a:
J Informare i genitori sulle norme che regolano l’Attività di Base e Scolastica e sul progetto educativo della Scuola di calcio, ricordando loro che il risultato non è l’aspetto più importante
J Sostenere il lavoro del tecnico con serenità al fine di ottenere gli effetti desiderati, sia tecnici che di partecipazione
Ai tecnici un invito a:
J Favorire lo sviluppo delle potenzialità sportive e umane degli allievi, organizzando attività divertenti che siano motoriamente e psicologicamente coinvolgenti
J Ricordare che la partita è per i bambini e non per gli adulti
Ai dirigenti scolastici e agli insegnanti un invito a:
J Favorire la pratica del calcio giovanile in ambito scolastico, per incidere sulla trasmissione dei valori intrinseci alla disciplina: il “calcio” inteso come gioco sportivo che promuove collaborazione e spirito d’iniziativa, così come l’adesione a comportamenti di correttezza verso i compagni e gli avversari, e la capacità di prendere rapidamente decisioni efficaci
In sintesi l’attività sportiva calcistica deve:
J sostenere lo sviluppo del benessere del bambino e quindi della famiglia
J prevenire il disagio dei bambini/e, dei ragazzi/e, degli adulti
J facilitare l'inserimento di tutti quei bambini che vogliono fare sport attraverso il calcio
J prevenire comportamenti problematici e la nascita di ambienti a rischio
J costituire una prestazione fisica e mentale non eccessiva
J favorire un confronto equilibrato e rispettoso dei bisogni dei bambini e dei ragazzi
J svolgersi con una tensione agonistica non esasperata, evitando la ricerca del risultato ad ogni costo
J dare la possibilità di esserci e di partecipare sia a chi è capace che a chi lo è un po’ meno
Anche l’UEFA, riunitasi in più occasioni con le 53 Federazioni calcistiche associate, nel trattare argomenti che riguardano il calcio giovanile - e quello di base in particolare - sottolinea i concetti espressi nella “Carta dei diritti” e, per conferire loro un significato più pregnante, li ha raccolti in un decalogo:
J IL CALCIO È UN GIOCO PER TUTTI
J IL CALCIO DEVE POTER ESSERE PRATICATO DOVUNQUE
J IL CALCIO È CREATIVITÀ
J IL CALCIO È DINAMICITÀ
J IL CALCIO È ONESTÀ
J IL CALCIO È SEMPLICITÀ
J IL CALCIO DEVE ESSERE SVOLTO IN CONDIZIONI SICURE
J IL CALCIO DEVE ESSERE PROPOSTO CON ATTIVITÀ VARIABILI
J IL CALCIO È AMICIZIA
J IL CALCIO È UN GIOCO MERAVIGLIOSO
J IL CALCIO È UN GIOCO POPOLARE E NASCE DALLA STRADA
In queste affermazioni si richiama l’attenzione circa i modelli educativi a cui si devono riferire tutte le attività promosse, organizzate e praticate nei Settori Giovanili.
Negli intendimenti UEFA è considerato di estrema rilevanza il ruolo del calcio come agente efficace di integrazione sociale ed è per questo che il massimo organismo del calcio europeo invita le Federazioni a porsi il problema del “recupero” del calcio di strada (grassroots football), soprattutto come filosofia di fondo della didattica applicata.
Al fine di indurre le Federazioni Nazionali ad una maggiore attenzione al calcio di base e allo sviluppo delle attività secondo gi intendimenti appena descritti, la UEFA ha istituito la “UEFA Grassroots Charter”, la “Carta del Calcio di Base” a cui hanno aderito la maggior parte delle Federazioni Calcistiche Nazionali Europee che possiedono i requisiti minimi richiesti dalla UEFA stessa. La Federazione Italiana Giuoco Calcio ha aderito il 24 marzo 2009, con la sottoscrizione della “Carta” da parte del Presidente Giancarlo Abete e del Presidente dell’UEFA Michel Platini.
I punti fondamentali su cui si fonda la “Carta” vengono di seguito indicati:
Stralcio della “UEFA Grassroots Charter”, versione 2.1 febbraio 2006
J La qualità futura del calcio ha una larga attività nel calcio di base
J L’UEFA mette in atto il programma per il calcio di base, insieme alle Federazioni Nazionali: “UEFA GRASSROOTS FOOTBALL”
J Attraverso questo programma, l’UEFA è lieta di promuovere, tutelare e sviluppare il calcio di base in tutte le sue forme
J Il calcio di base è definito in questa Carta come tutto il calcio non professionistico e non-elite; tutto il calcio dei bambini sarà considerato calcio di base
J La proposta del programma del calcio di base UEFA è di promuovere, tutelare e sviluppare il calcio di base in tutte le sue forme
J L’UEFA non tollera e non tollererà il razzismo
J L’UEFA tenta di incrementare il numero e l’efficacia di iniziative sullo stile di vita sano e la consapevolezza dei benefici degli sport accessibili ai giovani, rinforzando l’attrazione verso il calcio come “sport per tutti
J L’UEFA non tollera il doping nel calcio
L’UEFA ha rafforzato le attività dedicate al calcio giovanile, diffondendo il messaggio in tutta Europa e includendo settori diversi come il calcio per disabili.
La Divisione per lo Sviluppo del Calcio della UEFA, coordinata dal direttore tecnico Andy Roxburgh, è responsabile delle attività dedicate al calcio di base.
Roxburgh ha dichiarato: "Il calcio non è uno sport elitario ed è aperto a tutti, a prescindere da fattori quali l'età, il colore della pelle o la religione. È una vera democrazia sportiva che offre valori educativi, benefici per la salute, opportunità sociali e valori. Il calcio è un mezzo straordinario per crescere come persona e come sportivi. Il calcio giovanile, vera base della piramide, apporta benefici a tutti i livelli".
Il presidente UEFA, Michel Platini, ha parlato dell'importanza del calcio di base citando gli 11 valori chiave dell’UEFA - di cui si riporta un breve estratto - al Congresso UEFA di Copenhagen (marzo 2009):
J Calcio in primo piano: in ogni cosa che facciamo, il calcio deve essere sempre il primo e più importante elemento da tenere in considerazione; il calcio è gioco prima che prodotto, sport prima di mercato, spettacolo prima di business.
J Calcio di base e solidarietà: questo sport si basa sul calcio di base, giocato ovunque da uomini e donne, ragazzi e ragazze; il massimo livello professionistico è solo la punta dell'iceberg; l’UEFA continuerà, rafforzando il suo impegno per la solidarietà, sia a proteggere il futuro del calcio che a distribuire i più grandi benefici che questo sport porta alla società nel suo intero; e sempre perché la forza di questo sport è nel calcio di base che dobbiamo preservare l'identità locale, regionale e nazionale del gioco, sempre seguendo la legge.
J Rispetto: il rispetto è un principio fondamentale del calcio; il rispetto per il gioco, l'integrità, la diversità, la dignità, la salute dei giocatori, le regole, gli arbitri, gli avversari e i tifosi; il nostro messaggio è chiaro: tolleranza zero contro razzismo, violenza e doping; il calcio unisce le persone e supera le differenze; il colore della pelle non si vede sotto una maglia da calcio e per l’UEFA sarà sempre così; sul campo e sugli spalti; il calcio deve essere un esempio.